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SACRO TRIDUO PASQUALE 2016

Le liturgie di questi giorni sono state solenni e intense. Copiose  sono state le grazie che, attraverso i sacramenti, ci hanno inondato.

Attraverso le immagini che seguono vogliamo rivivere i grandi gesti che in questi giorni abbiamo compiuto.

GIOVEDI’ SANTO

Nella  Chiesa   in  penombra  don Giustino  compie  il   rito  della  Lavanda  dei piedi  su  dodici membri di alcune famiglie della nostra Parrocchia.

Il rito della Luce, a indicare l’irrompere della luce della Grazia, il canto, il “Passio” di Matteo –  nella strutturazione liturgica, peculiare del Rito ambrosiano e la cui lettura verrà proseguita il Venerdì –  immergono in profondità nei tragici avvenimenti dei giorni santi.  Una memoria viva, dolorosa e che fa pensare ancora di più, con i tragici fatti di terrorismo, agli innocenti che perdono la vita, ai martiri, al male contrapposto al bene.

Proprio perché l’istituzione, con l’Ultima Cena, dell’Eucaristia «rovescia la situazione di peccato, documenta un imponente dono di Grazia» ed entrando nella Passione – come sottolinea la liturgia ambrosiana– Gesù ci spalanca le porte della misericordia».

Una misericordia che appare, mai come oggi, necessaria.

E, a conclusione della Comunione, l’Eucaristia, in processione, viene portata all’altare della Riposizione (altare Madonna Addolorata), dove resterà fino alla Veglia Pasquale.

VENERDI’ SANTO

Celebrazione della morte del Signore

È Venerdì santo e  di fronte ad una chiesa piena di fedeli, si fa memoria dolorosa dei momenti della “Pasqua di Crocefissione”.

I gesti, la liturgia: tutto richiama il sacrificio di Gesù, il Rito della luce che rischiara le tenebre, l’Inno, la prima e la seconda Lettura dal Libro del profeta Isaia, il canto davanti all’altare del “Tenebrae” tipico ambrosiano, il Vangelo di Matteo, che riprende dal punto in cui si era interrotto nella celebrazione in “Coena Domini”.

Si  proclama solennemente la pagina evangelica e,  nel momento in cui “Gesù gridò a gran voce ed emise lo Spirito”,  scende l’oscurità, ci si inginocchia e si spoglia l’altare.

Ma «quanto ha patito Gesù?». Ogni volta che ascoltiamo il dettagliato racconto delle sofferenze esso provoca la nostra commozione. Istintivamente, siamo tentati di distogliere lo sguardo da Gesù tradito, afferrato dall’angoscia, abbandonato da tutti, catturato con la forza e consegnato a un tribunale; incatenato, schiaffeggiato, incoronato di spine tra gli scherni e gli sputi, sommerso dalle urla di una folla inferocita». Un martirio, quello del Dio fattosi uomo, accettato consapevolmente e che premette di dire che «non c’è sofferenza fisica, psichica o spirituale che non trovi il suo punto di inserzione nella Passione del Signore. Ogni sofferenza umana è portata, accolta, abbracciata dalla Passione e Morte del Figlio di Dio.

Guardiamo il Crocifisso con una immensa gratitudine.

Un “grazie” del cuore che si fa preghiera nell’adorazione della Croce che viene portata, poi, in processione, dall’ingresso fino all’altare maggiore; nella preghiera universale con le sue undici orazioni – che sembrano abbracciare il mondo intero, dal Papa ai fratelli maggiori ebrei, dai cristiani di tutte le Confessioni a chi non crede, dai governanti ai defunti -, per arrivare, infine, al ricordo della Deposizione del Signore simbolicamente rappresentata dal velo deposto sulla croce.

 

VENERDI’ SANTO

Celebrazione della Via Crucis

Alla sera del Venerdì santo si è svolta la solenne Via Crucis animata dai giovani. Al centro la grande Croce e ripercorrendo le principali stazioni  abbiamo contemplato questo grande mistero di Redenzione.

SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE

La Veglia nella Pasqua di Risurrezione del Signore è la madre di tutte le Sante veglie, come la definì sant’Agostino, ed ha un  suo rito che è antichissimo. Si apre con la liturgia della luce e il cero pasquale acceso dal Parroco che presiede la Celebrazione. Lo splendido Preconio ambrosiano risalente al V-VI secolo, è cantato da don Luigi, quale sintesi poetica e altissima dell’intera storia della salvezza. E, ancora, si ascolta nel silenzio la straordinaria abbondanza della Parola di Dio, attraverso le quattro letture tratte dal Primo Testamento.  

E, finalmente, il triplice annuncio della Risurrezione “Cristo Signore è Risorto”, peculiare anch’esso del nostro Rito, viene proclamato con voce sempre più alta dai Sacerdoti dai tre lati dell’altare.

Le campane che si sciolgono, il canto dell’Alleluia che si alza, raccontano la gioia di questo momento in cui la Chiesa ritrova il suo Signore dopo la Passione, la morte e il silenzio. 

Con la Parola di Dio si entra, così, nel nuovo Testamento con le tre ultime letture, concluse dal Vangelo di Matteo che, seguendo il suo racconto cronologico, ricomincia da dove si era interrotto la mattina di Sabato santo. 

È, così, un cammino vissuto attraverso la Parola, ricco di rimandi profetici alla venuta di Cristo, e, poi, pienamente ispirato alla sua vicenda di morte e risurrezione, che guida, come un filo rosso, tutta la Veglia.

L’annuncio della Risurrezione è terminato. La Parola di Dio è giunta a noi con abbondanza. Prima di celebrare il Sacrificio Pasquale Eucaristico, la Chiesa prepara l’acqua battesimale. A noi, già battezzati, chiede la rinnovazione dei nostri impegni per realizzare o riconfermare la nostra rinascita spirituale a “figli di Dio”.

DOMENICA DI PASQUA E LUNEDI’ DELL’ANGELO

“La festa che dà origine a tutte le feste”, come recita, nella nostra liturgia, il Prefazio del giorno di Pasqua, giorno, dunque – dice il Salmo 117 –, in cui rallegrarsi ed esultare. È la Messa solenne di Pasqua che pare ancora più bella nella mattina inondata di sole. Immagine viva della festa di gioia intorno a Gesù risorto, «Colui che è entrato in un genere nuovo di esistenza».

Prolungamento della festa è il Lunedì dell’Angelo che, ormai da anni (da tradizione ormai consolidata) la S. Messa delle 10.30 è animata dai nostri chierichetti…

DIRETTAMENTE DAL NOSTRO CORO….

…… I CANTI PASQUALI

Un grazie sincero al nostro coro per tutto l’impegno, la costanza e per professionalità del Maestro Giovanni che ci mettono per preparare al meglio tutte le solenni liturgie.